Gli
Spettacoli
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Sabato 2 Novembre 2013 - ore 21.15
Arcidosso - Teatro degli Unanimi
I TEATRANTI DI FABIO CICALONI (Grosseto)
in:
IN PRINCIPIO
ERA IL TRIO
di Anna Marchesini, Tullio Solenghi
e Massimo Lopez
Regia di Fabio Cicaloni
con (in ordine di apparizione):
Fabio Cicaloni, Andrea Ferrari, Nicola Draoli,
Fabrizio Cattarulla, Bernardino Tartaglia

Trama:
Philippe e Juliette non
riescono più a stimolare il loro rapporto di coppia
e, dopo l’ennesimo tentativo fallito, Juliette decide di
fare una sorpresa
al marito adottando un bambino. I due restano molto
sorpresi, però,
quando viene affidato loro Andrej, un “bambino” di 45 anni.
In verità
si scopre che Andrej si è finto tale solo perché innamorato
di Juliette e
così ne diventa l’amante, sacrificando anche Italo, il vero
amante della
madre. Quando Philippe si accorge del tradimento della
moglie, sfida
a duello Andrej in una vera e propria corrida, ma rimane
ucciso. Al
funerale di Philippe sono presenti la vedova, non proprio
inconsolabile,
ed altri personaggi che conversano per diversi minuti
esprimendosi
esclusivamente con luoghi comuni. Ma la vicenda non termina
con la
morte di Philippe, bensì con il suo fantasma che si
riappropria del suo
ruolo di marito in una vicenda ai confini della realtà.
Note di regia
Lo spettacolo dello storico Trio debuttò nel 1990 e diventò
in pochissimo
tempo campione d’incassi. Il successo dell’opera non si
deve solo alla straordinaria bravura dei suoi autori e
interpreti,
bensì all’estremizzazione della pochade francese di fine
Ottocento.
Senza vere pretese d’arte, discendente dell’antica commedia
classica,
la pochade intende riprendere comicamente e in modo più
o meno piccante, gli intrighi e avventure di personaggi
eccitati e
vogliosetti, le marachelle coniugali, gli equivoci galanti e
i ridicoli
contrattempi, solitamente in ambiente di piacere spicciolo,
con esibizioni
di alcove, e abbondanza di macchiette più o meno
stereotipate.
In tal senso lo spettacolo vuol proprio essere una commedia
senza alcuna morale, senza un messaggio culturale e senza
alcuna
pretesa letteraria, salvo per le numerose citazioni che, per
analogia
o associazione di idee, esplodono in interventi spumeggianti
che
sorprendono e assalgono lo spettatore. In questa versione a
cinque
attori il regista ha voluto salvaguardare le espressioni
mimiche e
vocali dei protagonisti originali, riproponendo i personaggi
come
vere e proprie maschere del teatro dell’assurdo.
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Sabato 9 Novembre 2013 - ore 21.15
Arcidosso - Teatro degli Unanimi
“Centro Art.Cult. LOTUS (Piombino)”
IL VANGELO
DEI BUFFI
di Ugo Chiti
Adattamento testo e
Regia di Chiara Migliorini, Fernando Giobbi
Con
Gloria Bartolini, Cristina Esposito, Fernando
Giobbi, Irene Lippi, Giusy Mazza, Chiara
Migliorini, Alessandro Pachi, Michele Paoletti,
Laura Passarella, Sandro Sandri.
Luci e fonica:
Renzo Galgani, Francesca Tozzi
Riprendendo nuovamente la
ricerca sulla Memoria affrontata a
partire dal 2009, con testi di Chiti ambientati poco prima e
durante
la seconda guerra mondiale, il gruppo Lotus mette in scena
Il Vangelo dei Buffi, vagamente ambientato nel secondo
dopoguerra;
si tratta di una commedia che mette in scena le avventure
e i vagabondaggi di Gesù Cristo attraverso la campagna
toscana.
L’azione si apre con il ‘reclutamento’ di Pietro, che
abbandona
una madre egoista e dispotica per seguire Gesù; ai due si
unisce
poco dopo il giovane e ingenuo Giovanni.
Segue una serie di bizzarri incontri con personaggi diversi,
realistici,
surreali o simbolici. Toni comico-grotteschi si alternano ad
accenti tragici. Emerge il ritratto di un’umanità crudele,
tradita e,
soprattutto, sola.
“Il vangelo dei buffi” fa parte della trilogia “la recita
del popolo
fantastico” un viaggio nell’immaginario popolare toscano
che prende spunto da una personale rielaborazione di
racconti e
suggestioni della tradizione orale.
L’opera nelle sue tre parti tende a rivalorizzare l’uso
della lingua
toscana, il cui uso spettacolare sembra troppo spesso
limitarsi
ai suoi aspetti meramente vernacolari o banalmente comici.
Nel
teatro invece il toscano si riappropria interamente della
sua forza
espressiva, diventando una potente ed efficacissima lingua
teatrale,
un ottimo strumento al servizio di una drammaturgia che,
percorrendo un’ampia gamma di registri, affronta in modo non
scontato e con sguardo disincantato ‘grandi temi’ come la
religiosità
popolare, la Resistenza, l’infanzia negata.
Attendiamo con curiosità lo spettacolo propostoci dalla
compagnia
Lotus alla loro prima esibizione sul palco degli Unanimi.
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Sabato 16 Novembre 2013 - ore 21.15
Arcidosso - Teatro degli Unanimi
Lab. Teatrale RIDI PAGLIACCIO (Grosseto) in:
FALSTAFF...E
LE ALLEGRE
BARUFFE DI WINDSOR
di William Shakespeare
Regia di Giacomo Moscato
con:
Giacomo Moscato, Gianluca Guelfi, Fabrizio
Bonifazi, Andrea Strati, Anna Davì, Laura
Sbrana Adorni, Manuela Montecchi, Marco
Frassinetti, Luca Peretti, Gabriele Fanciulli,
Gemma Collecchi, Giuseppe De Rosa
Costumi: Luisa Lenzerini
Trucchi speciali: Fabrizio Bonifazi
Acconciature: Mauro of Rome
Trama
John Falstaff,
con ogni probabilità, è il personaggio più sbruffone,
irriverente, cialtrone, buffo, scorretto, buontempone,
esagerato, amaro, impenitente… di tutto il teatro
elisabettiano.
La leggenda racconta che la regina Elisabetta I in persona
fosse una sua fan: dopo aver riso a crepapelle delle sue
gag strepitose nell’Enrico IV, infatti, chiese a Shakespeare
di
scrivere un’altra commedia che avesse Falstaff per
protagonista.
Il testo che ne scaturì fu il celebre Le allegre comari
di Windsor, e il vecchio Falstaff salì per sempre
nell’Olimpo
dei personaggi immortali: secoli dopo, Giuseppe Verdi gli
ha dedicato un’opera straordinaria, Orson Welles un film ed
un’interpretazione memorabili, il Teatro alcune delle più
belle
interpretazioni della storia.
Questo spettacolo si propone di far riscoprire al pubblico
teatrale
l’ineguagliabile vivacità del personaggio, l’energia
corpulenta
che sprigiona ad ogni suo movimento, lo spassoso entusiasmo
che suscita ad ogni sua battuta; il tutto, in una sorta di
summa
delle opere che lo ritraggono, trionfo di un mito
individuale, ma
anche di un incredibile coro di personaggi celeberrimi: dal
giovane
Enrico V al furente Mastro Ford, dalle comari Meg e Alice
alla
pettegola Monna Quickly, dalla proverbiale ostessa della
Giarrettiera
al tenero e indifeso Silence.
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Sabato 23 Novembre 2013 - ore 21.15
Arcidosso - Teatro degli Unanimi
Gruppo Teatrale "IL CANOVACCIO" (Pisa) in:
OTTO DONNE E UN MISTERO
di R. Thomas
Regia: Giuseppe Raimo
con:
Silvia Lazzeri, Flavia Berti Lorenzi,
Paola Pistolesi, Sabrina Davini,
Joanne Lorelli, Cristiana Bellagotti,
Giusy Elia, Katuscia Cerbioni
Trama
8 donne e un
mistero è una commedia brillante tinta di “giallo”
Un’isolata magione nella campagna ammantata di neve. Una
famiglia
è riunita per le vacanze...ma non ci sarà alcuna festa: il
loro amato capofamiglia è stato assassinato!
L’omicida non può che essere una delle otto donne più vicine
all’uomo di casa. E’ stata la sua potente moglie? La sua
cognata
zitella? La sua tirchia suocera? O forse l’insolente
cameriera o la
leale governante? O può essere stata una delle sue due
giovani
e graziose figlie? Una visita a sorpresa dell’affascinante
sorella
della vittima trasforma l’investigazione in una giornata di
isterismi
e rivalità.
Oscuri segreti di famiglia insaporiscono situazioni al
limite del
comico; il mistero della psiche femminile è rivelato.
Otto donne. tutte sospettate. Ciascuna ha un movente.
Ciascuna
ha un segreto. Belle, tempestose, intelligenti, sensuali e
pericolose…
Una di loro è colpevole. Quale?
Il gioco al massacro delle accuse reciproche alla ricerca
del colpevole,
mette in luce la parte nascosta delle relazioni che
intercorrono
all’interno della famiglia. Le otto splendide protagoniste
sono obbligate a confrontarsi con il lato oscuro della loro
personalità,
con i vizi, le ambizioni, troppo spesso celate per il quieto
vivere borghese.
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Venerdì 29 Novembre 2013
Sabato 30 Novembre 2013 - ore 21.15
Arcidosso - Teatro degli Unanimi
Compagnia Teatrale "Né Arte Né Parte" (Arcidosso) in:
QUANDO SOFFIA IL LIBECCIO
LA STORIA DEL BRIGANTE
DOMENICO TIBURZI
INTRECCIATA CON MITI E LEGGENDE
DELLA TERRA CHIAMATA MAREMMA
di e con Davide Bardi
Silenzio, solitudine, distese
di grano, viti, ulivi. Il vento libeccio
che come un respiro, si fa avvertire ora più piano, ora più
forte. Lo
sguardo e la mente che si perdono ad osservare. La Maremma,
la
terra dove il tempo ha fatto sosta e si riposa come sdraiato
su di
un campo di grano sotto un cielo azzurro.
“Quando soffia il libeccio” è una intensa e avvincente
performance
di miti, leggende e storie della terra chiamata Maremma,
una parte della Toscana al centro dello “stivale” affacciata
sul
mar Tirreno, culla della civiltà etrusca, di malaria nelle
zone paludose
e di siccità in quelle aride, casa di contadini e di
briganti,
di butteri e dei loro cavalli. E poi il libeccio, il vento
africano, quel
vento caldo che quando soffia non promette mai niente di
buono.
Uno spettacolo che, come un soffio di vento, attraversa le
vicende
di una terra dura, aspra, infernale ma al tempo stesso
bella,
profonda e viva, seguendo strani personaggi e percorrendo
ogni
pietra, ogni albero, ogni animale… ogni uomo che la abita
con
gli occhi incerti tra sorriso e pianto.
Al centro dello spettacolo la vicenda del brigante Domenico
Tiburzi,
il Re della Maremma, l’uomo che per i 40 anni della sua
latitanza ha
avuto il libeccio come coperta e le stelle come soffitto.
All’interno
del racconto troveranno spazio le vele delle navi saracene,
i pirati
del crudele corsaro Ariodeno Barbarossa, il fascino e la
grinta della
giovane Margherita Marsili e poi ancora i nitriti dei
cavalli dei butteri,
i cowboy della Maremma e le bellezze delle fanciulle
etrusche.
La presenza della musica è molto forte: le ballate
tradizionali e
folkloristiche eseguite sono lo specchio più immediato e
sincero
di un pathos caldo come il sole che in agosto brucia i campi
di
grano, caldo come il sole dell’estate maremmana.
“Quando soffia il libeccio”: un intreccio di storie e
musiche antiche
e contemporanee, nel tentativo di dar voce alla Maremma e
a chi non ha mai smesso di maledirla e di amarla.
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